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mardi 2 juin 2009

TUNISIA IL PROSSIMO PASSO E' IL PARTENARIATO AVANZATO

La Commissione europea ha pubblicato il Rapporto 2008 sui progressi della politica di vicinato con la Tunisia. L’aspetto più rilevante, sotto il profilo economico, è l’entrata in vigore di un regime di libero scambio tra l’Unione Europea e la Tunisia, che copre i prodotti industriali. La scadenza più importante, prevista per il 2010 riguarda l’estensione dell’accordo anche ai prodotti agricoli e al settore dei servizi.
La Tunisia è legata alla UE da un accordo di associazione, entrato in vigore dieci anni fa. A seguito dell’accordo viene messo a punto ogni anno un Piano d’Azione che copre diverse aree di cooperazione sia in campo sociale che in campo economico.

LUCI E OMBRE

Commentando i risultati del Piano d’Azione ottenuti nel 2008 il commissario Benita Ferrero Waldner ha messo in rilievo i risultati positivi del Paese sul Piano della crescita del pil (+ 5,8%) dell’ interscambio con la UE con una crescita delle esportazioni pari al 5,6% e delle importazioni, pari al 4,4%.
Sull’insieme dei progetti e dei temi coperti dal Piano d’azione si rilevano luci ed ombre.
Positivo il giudizio della UE sui progressi fatti nel campo di:
- regolamentazione del regime di protezione degli investitori esteri, concessione dei servizi pubblici
- protezione della donna e del fanciullo.
- Controllo delle frontiere
- Servizi sanitari
- Insegnamento universitario e formazione professionale
Decisamente negativo invece il giudizio per quanto riguarda la tutela dei diritti individuali e la democratizzazione del Paese.


PREVISIONI 2009

Nei primi mesi del 2009 però, la situazione economica del Paese ha subito un deterioramento, a seguito della crisi economica mondiale. Secondo i dati forniti dalla Banca Centrale tunisina in aprile, le esportazioni hanno subito una diminuzione pari al 20% annuo con punte superiori al 50 per cento per i fosfati e derivati e l’olio d’oliva, che sono tra le principali voci dell’export del Paese. In calo del 16% anche le vendite all’estero nel settore della meccanica e dell’abbigliamento. Sono filiere produttive in cui la Tunisia si posiziona soprattutto come subfornitrice di prodotti finiti e componenti per aziende europee.
In questo contesto il Governo di Tunisi ha abbassato dal 5 al 4,5 per cento le previsioni di crescita del PIL per il 2009 Il Ministro delle finanze, Rachid Bechiche prevede anche un calo negli introiti fiscali che potrà essere in parte compensato dalla diminuzione delle sovvenzioni statali sui carburanti. Mentre ha annunciate una manovra anticongiunturale che dovrebbe prevedere la presa in carico, da parte dello Stato, di una parte dei contributi sociali versato dalle imprese in difficoltà, un aumento degli investimenti nelle infrastrutture e più in generale, un sostegno ai redditi e ai salari.
In dicembre la UE ha deciso di venire in aiuto al Paese con un pacchetto di aiuti per 106 milioni di euro. Poco meno di due terzi sono destinati a modernizzare il sistema di contabilità nazionale con l’introduzione di una metodologia di gestione per obiettivi e a promuovere una maggiore convergenza della legislazione tunisina verso gli standard UE. Oltre 30 milioni di euro saranno invece destinati a interventi di bonifica degli scarichi industriali e di potenziamento dei sistemi di trattamento delle acque con erogazioni delle Agenzie e per lo sviluppo francese e tedesca.
Italia e Tunisia hanno lanciato un progetto comune per la realizzazione di una piattaforma tecnologica per la diffusione delle fonti rinnovabili in Tunisia e nell'Africa del Nord, attraverso il cavo che collegherà el-Havaria (sulla penisola di capo Bon) con Partanna, in Sicilia, dove si connetterà con la rete italiana di alta tensione. Si tratterà di due cavi paralleli in corrente continua, lunghi 192 chilometri, con un voltaggio altissimo (tra i 400mila e i 500mila volt). La profondità massima del fondale è di circa 750 metri sotto la superficie del mare. Questo progetto sarà realizzato da Terna fuori dal piano di investimenti, e vedrà la luce con ogni probabilità tra non prima di cinque-sei anni. La realizzazione del cavo consentirà alle imprese energetiche italiane ed europee di produrre a costi ridotti elettricità da fonti rinnovabili, rispettando una delle condizioni contenute nelle nuove direttive europee del "pacchetto clima-energia" approvato nel dicembre 2008: alle imprese europee che produrranno elettricità da fonti rinnovabili nei Paesi non europei potranno essere riconosciuti gli stessi incentivi applicati alle produzioni in territorio nazionale solo se l'elettricità generata verrà trasferita nella rete europea. In particolare, l'interconnessione potrà fruttare certificati verdi e crediti di emissioni di carbonio per circa 200 megawatt.


Proseguono anche alcuni importanti progetti di investimento annunciati nel 2008.


In particolare Groupe Chimique de Tunisie (GCT) è riuscita a finalizzare in marzo un importante accordo per il finanziamento del nuovo complesso di lavorazione dei fosfati (acido fosforico e fertilizzanti) in joint venture con partner indiani. La nuova società (Tifert, Tunisian Indian Fertilizers) beneficierà di linee di credito per 316 milioni di dollari con una durata di 15 anni messi a disposizione dalla Banca Europea di Investimenti (130 milioni) e dalla Banca Islamica di Sviluppo. La produzione sarà destinata, in prevalenza, al mercato indiano. Contestualmente il Governo ha annunciato l’avvio dei lavori di potenziamento della fabbrica con una nuova linea che dovrebbe produrre, a regime, 500mila tonnellate anno di trifosfati..

Entro il 2009 dovrebbe diventare operative il nuovo Aeroporto internazionale di Enfidha che è stato dato in gestione al gruppo turco TAV Holding, e che beneficierà di un credito della Banca Europea di Investimenti per 70 milioni di euro.
Gli altri fondi sono forniti dal gruppo IFC/Banca Mondiale (135 milioni), dalla Banca Africana si Sviluppo (70 milioni), dall’ Agence française de développement (30 milion) mentre TAV dovrebbe riuscire a mettere sul tavolo 135 milions di euro. L’investimento complessivo dovrebbe però essere di 560 milioni.

Sono caduti, almeno per il momento, invece diversi progetti di investimento immobiliare provenienti dai Paesi del Golfo, annunciati nel 2008. In particolare Dubai Holding Group ha deciso di chiudere la società Sama ECH Tunisia (in joint venture col Gruppo britannico EC Harris) incaricata della progettazione preliminare del piano di intervento immobiliare che prevedeva la completa trasformazione del lago sud di Tunisi. Sulla vasta zona circostante avrebbe dovuto sorgere un’area turistica e residenziale con un volume di investimenti, in più tranches, che era stato ipotizzato in 25 miliardi di dollari.

In fase di stallo anche il progetto di Abu Dhabi Investment Authority (Adia) per un’altra operazione di sviluppo immobiliare a Tunisi (Porta Moda) del valore di 4,6 miliardi di euro.

Dovrebbe invece essere avviato entro breve il progetto, su scala inferiore, del gruppo italiano Preatoni per uno sviluppo turistico immobiliare a Chott Zouarâa, con un investimento previsto di 22 milioni di euro

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